L’affermarsi nelle ultime decadi dei modelli legati dei disturbi psichici legati al neurosviluppo ha avvicinato e portato a sovrapporre le aree di intervento dei servizi per l’infanzia/adolescenza (UFSMIA) e della vita adulta (UFSMA). Da un lato la convinzione ormai diffusa e sostenuta da diversi dati neuroscientifici, oltre alle ricerche cliniche, che le forme di psicosi maggiori dell’adulto abbiano inizio con sintomi prodromici e premonitori subito dopo la pubertà (e eccezionalmente anche prima), ha condotto alla necessità di sviluppare strumenti per la identificazione precoce dei soggetti a rischio e di iniziare i trattamenti psicofarmacologici ben prima del diciottesimo anno di vita. Dall’altro molti disturbi del neurosviluppo precoce, come la disabilità intellettiva, i disturbi dello spettro autistico e l’ADHD, proseguono nella vita adulta con configurazioni cliniche disparate ma sempre estremamente rilevanti per i servizi dell’adulto. Si sta quindi affermando, sia a livello di ricerca e che di collaborazione clinica, un paradigma di “psichiatria di transizione” che necessita di precisi ed anche innovativi protocolli di collaborazione tra UFSMIA e UFSMA.
Ulteriore elemento di interesse sono i cambiamenti espressivi della psicopatologia degli esordi psicotici che si osservano nella generazione dei cosiddetti “nativi digitali” in relazione anche ai cambiamenti sociali delle strutture familiari e di quelle identitarie, oltre che all’influenza dei social media sui sistema dei valori e alla sempre maggior diffusione dell’abuso di sostanze e della loro tolleranza sociale. E’ possibile descrivere e ridefinire con precisione questa psicopatologia nelle età di transizione, anche in vista della prevenzione degli esiti meno positivi, soltanto attraverso un metodo di lavoro comune e parallelo tra UFSMA e UFSMIA.
Questo incontro di formazione vuole affrontare gli aspetti più rilevanti per l’area della psichiatria di transizione da una punto di vista psicopatologico, clinico, psicofarmacologico e istituzionale, in vista della definizione di competenze e protocolli di intesa sempre più efficaci per la prevenzione ed il trattamento di disturbi che affliggono una parte rilevante della popolazione giovanile, i quali, altrimenti, rischiano di cronicizzare precocemente con devastanti ricadute assistenziali e sociali.